Margherita: “Per te è importante dire che sei autistico?”
Damiano: “Sì, per tante ragioni. Primo: perché la prima volta che sono stato visto e riconosciuto autistico è stato all’inizio dell’anno 2005.
Secondo: gli altri non mi capivano.
Terzo: mi autoescludevo.
Quarto: gli altri mi escludevano.
Quinto: mi dicevano che ero inferiore, soprattutto alle superiori.
Sesto: alle scuole superiori mi deridevano, mi prendevano in giro, mi trattavano male, mi picchiavano e mi facevano il bullismo.
Settimo: potrei essere un aiuto per le famiglie che si ritrovano ad avere un figlio autistico, soprattutto con la Sindrome di Asperger, aggiungendo che in famiglia, genitori, sorelle, nonni, zii e coloro che mi volevano bene mi hanno aiutato e difeso facendo il meglio che potevano.
Ottavo: potrei potrei dire che non c’è da preoccuparsi perché anche gli autistici possono avere una passione come tutti e dei sogni come tutti e che, anche gli autistici, hanno diritto a raggiungere i loro sogni e i loro obiettivi; anche gli autistici possono avere una vita sana e anche gli autistici gravi hanno diritto ad avere una vita sana!”